Sunday 6 March 2011

Paris Fashion Week - the real deal


Ed eccomi a scrivere da Parigi (se non vi ho tenuto al corrente, ci abito da circa 3 settimane).
Vorrei dire che Parigi vive al ritmo della fashion week, che per le strade c'è l'euforia di una città in festa, che ovunque tu vada ci sono modelle e invitati che corrono frenetici da un defilé all'altro...
Ma la realtà non è questa.

1. Un po' chiunque
Alla luce di recenti eventi quali l'ubriachezza neonazi e molesta di John Galliano (quella sera stavo cenando con le boyfriend nel ristorante di fianco, accidenti)(tra l'altro trovo ESTREMAMENTE divertente che si sia lanciato in commenti antisemiti nel Marais!)(e estremamente cretine le tizie che, in realtà, lo provocavano. Soprattutto quella che non faceva altro che dire ommioddioh), e il ricovero di Christophe Decarnin, alle sfilate ci entra un po' chiunque. Sul serio. Perfino io.

2. Una smentita
Ai parigini della fashion week non interessa un benemerito cavolo. Sono gente che ne ha viste/ne vede/ne vedrà troppe per lasciarsi impressionare dagli outfits e dalle performances delle nostrane ADR e Chiara Ferragni. Diciamocelo, hanno già visto tutto. E poi la città è piena di hipsters in qualsiasi giorno dell'anno...

3. Le modelle e le personalità
No, non si fa peoplewatching a Parigi. A meno che non si abbia nient'altro da fare, ed io, personalmente, lavoro.

4. Giules alla fashion week
Ebbene si. Oggi, fallito il piano diabolico per entrare alla sfilata di Kenzo assieme alla mia responsabile dello stage, mi trovavo a passeggiare in zona Hotel de la Monnaie, quando mi sono ricordata per puro caso (posso assicurarvi la veridicità delle mie affermazioni) del defilé di Steffi Christiaens (la famosissima). Ebbene, in democraticissime Converse, skinny del cavolo, il mio amato cappotto cammello di Pull&Bear (haut de gamme, eh?) e maglione oversize, al braccio di un Quentin in felpa col cappuccio e cappottino marinaro, ho ammirato le creazioni da un posto nemmeno tanto malvagio. Creazioni che mi sono veramente passate davanti insosservate, ma probabilmente è per quello che io in teoria non avrei dovuto essere la.
Sto elaborando una teoria per spiegare il nostro ingresso; probabilmente ci hanno scambiati per due attivisti antifashion, e i nostri outfits (no, parliamone) per un atto di dimostrazione contro lo fashion system attuale (anche se contro i colori fluo e il ritorno di scarpe a punta e pantaloni a zampa un sit in anni '60 lo farei volentieri).

Da Parigi, per il momento, è tutto. Ora vado da Le Petit Grec in zona Mouffettard a mangiarmi una Galette Savoyarde, zha.

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