Credo nella primavera dopo l'inverno. Nelle passeggiate senza sciarpa. Nel viola dei crochi e nel bianco dei bucaneve.
Credo nell'Earl Grey al mattino, meglio se Twinings.
Credo nei mazzetti di menta marocchina al mercato di Gare du Midi, e nel profumo che si diffonde il martedi' sera nel mio appartamento quando ho bisogno di coccole.
Credo nei libri. Vecchi o nuovi, da sfogliare o da scorrere in e-ink nella metro. Ma con una spiccata preferenza per la carta stampata, sempre e comunque.
Credo nei Poeti dei Laghi, in Wordsworth e Coleridge. Credo nei poeti Vittoriani, e nel linguaggio dei fiori letto in un vecchio libro illustrato.
Dove i crochi in primavera parlano della felicità della giovinezza, i bucaneve sono la speranza, il nocciolo la riconciliazione. E il muschio, calpestato e ignorato, é l'amore materno -quello di chi ti ama e non ti abbandona nemmeno durante il gelo dell'inverno, quando la spensieratezza dell'estate é ben lontana.
Che belle le tue parole e il libro ispira un'aria decisamente poetica :)
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